Bene..
Dopo aver visto quando, dove e perché viene utilizzato il calo peso, adesso serve sapere come eseguirlo nel miglior modo possibile, in modo da massimizzare i risultati positivi a discapito degli effetti collaterali..
Gli studi effettuati da Artioli et al, nel 2006 e da Horswill nel 2009 hanno risposto a questa domanda fornendo alcune strategie ben precise:
Per esperienza personale, io applico su me stesso e sui miei atleti, un calo peso di circa mezzo chilo a settimana, ovvero un valore dimezzato rispetto agli studi effettuati.
Far calare il peso lentamente, comporta un minore stress a livello psico-fisico dell’atleta.
Inoltre un calo graduale del peso, evita o almeno diminuisce la probabilità che si susseguano “rilassamenti” goliardici da parte dell’atleta nel post-gara, evitando così anche grandi oscillazioni di peso durante i vari periodi d’allenamento.
Quando viene effettuato un repentino calo peso, la maggior parte del peso perso sono liquidi; ciò aumenta il rischio di andare incontro a disidratazione, situazione inammissibile nella mia corrente di pensiero dove prima di tutto bisogna tenere in considerazione la salute dell’atleta.
La massa grassa presente nel nostro corpo, viene suddivisa in due gruppi: grasso essenziale e grasso di deposito; il primo è il grasso che deve essere mantenuto al fine del godimento di buona salute, mentre il secondo è tutto il grasso in eccesso che viene accumulato attraverso l’alimentazione e che può essere eliminato gradualmente.
Scendere al di sotto dei valori sopra menzionati può portare a gravi problemi di salute, come ad esempio la presenza di amenorrea (blocco del ciclo mestruale) nel caso delle donne.
Se si considera che in media le categorie di peso cambiano l’una dall'altra di circa 5 kg, pensare di perdere più del 5% del proprio peso corporeo, comporterebbe considerare il fatto di scendere, nella maggior parte dei casi, di ben 2 categorie di peso contemporaneamente, cosa non molto buona se per stare in salute abbiano un peso normale molto superiore
Oltre agli studi citati, ne esistono molti altri a conferma di ciò; effettuare allenamenti di forza, quindi allenamenti che abbiano un elevato impatto a livello di risposta ormonale, migliorare il preservare la massa magra a discapito di quella grassa
Come abbiamo visto nell'articolo precedente, molti atleti hanno la possibilità di azzerare o quantomeno diminuire gli effetti negativi del repentino calo peso attraverso la reintegrazione di macro e micronutrienti nel tempo che intercorre tra la pesata e la competizione vera e propria.
Naturalmente, se questo lasso di tempo è troppo esiguo, il fighter non avrà il tempo di recuperare, aumentando così il rischio di non poter dare il massimo sul ring.
Con questo secondo articolo ho voluto dare alcune semplici dritte da poter seguire in fase di preparazione ad un combattimento.
Spero ti sia stato utile e, se ti va, sentiti libero di condividerlo con amici e parenti che potrebbero trarne aiuto e se hai domande o dubbi non hai che da chiedere lasciando un semplice commento..
PER ASPERA AD ASTRA
Allenamento Programmato per Fighter Professionisti
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