Spesso ci si dimentica che i Fighter, a prescindere se siano d’élite o solo amatoriali, sono degli esseri umani prima ancora di essere atleti.
Se non teniamo bene a mente ciò, rischiamo di dimenticare che i processi fisiologici che avvengono nel nostro corpo avvengono in tutti gli esseri umani.
Ovviamente i fighter non fanno eccezione.
Probabilmente a te che stai leggendo questo articolo sembrerà banale sapere queste cose, ma ti chiedo di credermi sulla parola quando ti dico che purtroppo non è così scontato per tutti.
Tenendo quindi bene a mente ciò, per comprendere a pieno come migliora nel tempo il tuo stato di preparazione atletica o quella di un altro fighter, devi innanzitutto comprendere due concetti che sono due facce della stessa medaglia, ovvero il concetto di “stress” e di “recupero”.
Questo perché, la somministrazione dell’allenamento il cui scopo è proprio quello di migliorare la prestazione sul ring, altro non è che un’applicazione di uno specifico tipo di stress che stimola il tuo corpo ad incrementare la tua preparazione atletica ed a raggiungere la tua peak performance (prestazione di picco).
Dall’altro lato abbiamo invece il recupero, ovvero il “come” l’incremento di preparazione atletica ha luogo.
A primo impatto sembrerebbe molto facile migliorare le proprie prestazioni. Metti il tuo corpo sotto stress attraverso l’allenamento e poi gli permetti di recuperare. Ancora e ancora.
Stress --> Recovery --> Repeat
La realtà, tuttavia, è che tutto ciò è più impegnativo di quanto sembri perché lo stress e il recupero sono entrambi dipendenti dalla risorsa più importante del nostro corpo: l’energia.
Oggi, quando la gente sente la parola stress, nella maggior parte dei casi fanno riferimento solo all’aspetto mentale di essa.
Quando parliamo di essere “stressati”, tipicamente vogliamo dire che siamo sopraffatti dai problemi finanziari, dagli impegni di scuola, di famiglia e di tutto ciò che ci ruota attorno.
Tutto ciò certamente può stressare, ma è presente anche molto più stress di come ci si può sentire psicologicamente.
Per comprendere veramente lo stress, dobbiamo capire come si sviluppa psicologicamente, ma anche come reagisce il nostro corpo.
Per spiegare meglio cosa voglio dire, facciamo un piccolo e breve esperimento…
Prenditi un minuto per misurare la tua FC (Frequenza Cardiaca) in bpm (Battiti Per Minuto). Se hai un rilevatore di frequenza cardiaca, l’esperimento sarà ancora più efficace.
Una volta conosciuta la FC a riposo, chiudi gli occhi e pensa di essere in una qualsiasi situazione che ti stressa particolarmente, magari una rissa, un incontro in cui stai perdendo o anche semplicemente un esame che ti sta scomodo da sostenere o dover parlare davanti a centinaia di persone.
Qualsiasi cosa sia, focalizzati su di essa per almeno 1 minuto, dopodiché apri gli occhi e ricontrolla la tua FC.
Fai questo test prima di continuare a leggere.
E allora? Sei rimasto stranizzato?
Come prevedibile, la tua frequenza cardiaca sarà notevolmente più alta rispetto a prima. Questo avviene perché, solamente pensando a qualcosa che per te è stressante, causa nel tuo corpo un’attivazione in risposta allo stress, meglio conosciuta come risposta di “attacco o fuga”. Biologicamente parlando, si è attivato il nostro sistema simpatico, ovvero quella parte di sistema nervoso che agisce in autonomia, senza passare dalla coscienza.
La cosa importante da capire è che quando la tua frequenza cardiaca è più alta, il tuo corpo sta producendo più energia.
Per imprimere facilmente in testa il concetto di stress, quindi, lo si può immaginare come una qualsiasi situazione che provochi nel proprio corpo un incremento di produzione di energia.
In altre parole, lo stress è la reazione del corpo che può essere causata da qualcosa di fisico, come un allenamento ad esempio, o qualcosa di puramente mentale, come una fobia o semplicemente uno stile di vita.
In entrambi i casi, il sistema simpatico si attiva e il nostro cuore pompa più sangue e più velocemente.
La risposta al perché questo avviene, biologicamente parlando, è data dal nostro corpo che è programmato per rispondere a qualsiasi cosa che il nostro cervello rilevi come stressante e, in ultima analisi, “pericoloso per la sopravvivenza”, a prescindere se sia reale o immaginaria, avviando maggior produzione di energia.
Per gli animali selvatici, questa energia in più spesso può fare la differenza tra la sopravvivenza e la morte.
L’allenamento ovviamente non minaccia la nostra sopravvivenza.
Quando però ci si allena, il nostro corpo ha bisogno di un’enorme quantità di energia in più per “sopravvivere” ad esso se comparata all’energia utilizzata per sostenere la vita che svolgiamo di consueto.
Puoi notare ciò anche solo controllando quante kcal sono state bruciate durante un duro allenamento in relazione a quante kcal sono state bruciate durante tutta la giornata.
Il motivo di ciò è importante considerarlo quando si vuole migliorare la propria prestazione sportiva, perché l’energia è una risorsa limitata.
Il nostro corpo può produrne solo una quantità finita ogni giorno in quanto ha bisogno di tempo per trasformare il cibo ingerito e le nostre scorte di energia (ovvero il nostro grasso di deposito) in ATP, ovvero la molecola di base che viene consumata per produrre energia.
Questa energia limitata è il singolo motivo principale del perché gli atleti falliscono nel raggiungere il 100% delle proprie potenzialità.
Per provare sulla tua pelle quanto detto fino ad ora, procurati un cardiofrequenzimetro e prova ad alzare il più possibile la tua frequenza cardiaca solamente pensando a qualcosa di stressante.
Allo stesso tempo, spendi poi qualche minuto provando a rilassarti il più possibile per abbassare il più possibile la frequenza cardiaca.
Al prossimo articolo…
PER ASPERA AD ASTRA
FONTE: Morpheus Challenges
Allenamento Programmato per Fighter Professionisti
PER ASPERA AD ASTRA