Nelle MMA gli infortuni sono inevitabili, risulta quindi essenziale acquisire il maggior numero possibile di informazioni sul modo in cui gli atleti si infortunano al fine di sviluppare programmi di prevenzione migliori, ridurre i tassi complessivi di infortuni e migliorare il recupero dagli stessi.
Inoltre, risulta necessaria anche una comprensione completa delle caratteristiche degli infortuni in modo che i professionisti medici possano essere meglio preparati alla loro prevenzione e riabilitazione.
Per approfondire le tendenze, i meccanismi ed il tempo perduto a causa degli infortuni, la UFC Performance Institute ha raccolto dati per oltre 1300 diversi infortuni riscontrati negli atleti UFC tra il 2017 e il 2020.
Come in ogni pratica sportiva d’élite, quando lo stress allenante applicato su ossa, muscoli, tendini, articolazioni, legamenti e cartilagine supera la capacità della normale funzione dei tessuti, aumenta considerevolmente la probabilità che si verifichino lesioni muscolo-scheletriche.
Un’analisi iniziale dei dati raccolti sulle caratteristiche delle lesioni ci consente di capire se queste si verificano principalmente a causa dei traumi subiti durante un match o a causa di lesioni in acuto o in cronico come conseguenza dell'allenamento.
Questo grafico a torta mostra la suddivisione dei tassi delle lesioni insorte tra il 2017 ed il 2020, sia durante un combattimento che fuori. Come è quasi scontato aspettarselo, dai dati risulta che la maggior parte delle lesioni in UFC insorgono chiaramente durante il combattimento stesso.
Tuttavia, va notato che il numero di lesioni riscontrate fuori da un combattimento potrebbe essere sottostimato in quanto può capitare, ahimè spesso e volentieri, che gli atleti scelgano volutamente di non segnalare le lesioni insorte durante gli allenamenti proprio per evitare di far saltare il match e quindi di conseguenza anche il proprio guadagno.
È comunque possibile analizzare più in profondità questi infortuni classificandoli in base alle circostanze che li causano, sia durante i combattimenti che durante l'allenamento.
Ciò potrebbe permettere di preparare al meglio il personale di supporto e gli allenatori per le particolari controindicazioni che un’atleta ferito potrebbe presentare.
Ovviamente non è possibile far granché per prevenire gli infortuni che si presentano durante un combattimento, anche perché
come mostrato in quest’altro grafico, oltre l’80% degli infortuni è dovuto allo striking e ciò è così sia nelle categorie maschili che in quelle femminili.
È possibile però far qualcosa per prevenire gli infortuni che si verificano durante gli allenamenti.
Come possiamo notare in quest’altro grafico dove ci si concentra sugli infortuni in allenamento, possiamo vedere che il meccanismo di infortunio più elevato si verifica durante il grappling piuttosto che durante il lavoro di striking.
Piccola parentesi per tutti coloro che sono ancora convinti che lo sparring deve essere fatto sempre pesante. Il dato appena mostrato ci fa chiaramente intuire che, se nella promotion più importante al mondo lo sparring pesante causa meno infortuni del grappling, forse allora c’è la possibilità che dovreste rivalutare le vostre convinzioni sullo sparring, non credete?
Tornando all’influenza del lavoro di grappling in allenamento, sappiamo che si applica quando due avversari sono a distanza ravvicinata avendo lo scopo di imporre una posizione sull'avversario e/o di causargli danno attraverso pressione sulle vie aeree o leverismi non fisiologici sulle articolazioni. Poiché come abbiamo visto il grappling ha la percentuale più elevata di infortuni riportati in allenamento, potremmo attenzionare questo aspetto in quanto si potrebbero ad esempio implementare ulteriori strategie di prevenzione in questa componente di allenamento oltre a quelle già adottate.
Anche se ovviamente l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, si potrebbe ad esempio pensare di migliorare la comunicazione tra i partner di allenamento oppure, ad esempio, eseguire le tecniche di grappling ad alta intensità prima in una sessione di allenamento molto affaticante, proprio per evitare che la minore lucidità dovuta alla fatica residua possa influire negativamente sulla prestazione in gabbia.
Un’altra componente importante del monitoraggio delle lesioni che insorgono nei fighter d’élite è il tempo perso a causa delle stesse, ovvero la durata in cui un’atleta è impossibilitato a lottare e ad allenarsi.
Come mostrato in questo grafico, i dati rilevati dalla UFC Performance Institute indicano che il tempo medio di riabilitazione per le lesioni più frequenti che si presentano nei lottatori di MMA è di 39 giorni per le categorie maschili e di 33 giorni per le categorie femminili. Si può notare inoltre che le 5 lesioni più frequenti sono dovute a presenza di dolore sulle articolazioni più sollecitate negli sport da combattimento in genere, come il polso direttamente collegato ai colpi di pugno e il ginocchio, direttamente collegato ai colpi di gamba. Inoltre, queste articolazioni sono spesso obiettivo principale di leve nel lavoro del grappling. Infine, ciò che salta di più all’occhio è il fatto che, non a caso, la frattura del naso è l’infortunio che blocca il lottatore per più tempo in assoluto.
La UFC Performance Institute ha poi continuato ad andare sempre più nel dettaglio di questi infortuni, catalogandoli sempre più accuratamente suddividendo addirittura anche gli infortuni più frequenti negli allenamenti di striking e di grappling ma ho preferito non scendere troppo nei dettagli. Ciò che invece è interessante analizzare è il loro approccio alle commozioni cerebrali, ovvero un particolare tipo di infortunio che, come è ben noto, possono comportare nel lungo periodo non pochi problemi.
Negli ultimi vent'anni la cura delle commozioni cerebrali e la gestione delle lesioni cerebrali è diventata infatti sempre più richiesta. La ricerca e l'attenzione dei media hanno inoltre evidenziato l'importanza di una diagnosi adeguata e di una gestione medica della lesione cerebrale traumatica allo scopo di comprendere meglio quale sia la strada da tracciare nel prossimo futuro nella cura clinica di questo tipo di infortuni.
Per analizzare al meglio tali infortuni, la UFC Performance Institute non si è fatta mancare nulla ed ha utilizzato il software C3 Logix che, per chi non ne avesse mai sentito parlare (come me ad esempio), è un software che fa uso di una valutazione standardizzata per poter dare un punteggio specifico ai vari sintomi.
Per spiegarlo brevemente, i sintomi vengono in sostanza valutati su una scala da 1 a 6 e viene acquisito un punteggio di gravità composito su 22 sintomi diversi e un punteggio di gravità totale massimo raggiungibile di 132. Tale tipo di analisi include valutazioni delle funzioni cognitive, come la memoria a breve termine, l'orientamento, la concentrazione e l'attenzione, il sistema vestibolare (ovvero il meccanismo preposto all’equilibrio) e il coordinamento dei movimenti motori fini.
Una volta rilevati i dati hanno poi messo tutto a confronto con i parametri standard rilevati nella popolazione generale e, a differenza di come si possa pensare, da questo confronto effettuato dalla UFC Performance Institute, sembrerebbe che gli effetti negativi dovuti alle concussioni cerebrali siano molto minori di quanto ci si potrebbe aspettare in quanto nei vari test i lottatori analizzati nell’arco di tempo 2017-2020 non presentano discostamenti dalle medie presenti dalla popolazione generale.
Personalmente sono del parere che è opportuno analizzare tali tipi di infortuni nel lungo periodo e che quindi 3 anni di monitoraggio sono un po’ pochi, ma c’è anche da dire che le MMA sono sempre una disciplina relativamente giovane è che, nonostante ciò, in UFC hanno dato davvero molta importanza al settore di ricerca e sviluppo, cosa che invece è tutt’ora molto meno presente nella maggior parte degli altri sport da combattimento.
Iscrivetevi al sito per restare aggiornati in quanto nel prossimo articolo torneremo a parlare dell’analisi delle MMA come disciplina vera e propria, focalizzandoci stavolta sulle abilità tecniche dei fighter e come analizzarle.
PER ASPERA AD ASTRA
Graziano
Allenamento Programmato per Fighter Professionisti
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